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Sabato, 20 Aprile 2024
Canicatti Canicattì

"Tentato omicidio con sparatoria", chieste tre condanne

Dieci anni per il principale imputato, Giuseppe Mongitore, che poco prima di morire ha tentato di scagionare il figlio

Giuseppe Sorce era venuto a casa mia sfondando il cancello con una pistola in pugno, cercava mio figlio e mi minacciò. L’indomani siamo andati per chiarire ma ci ha sparato addosso”. Giuseppe Mongitore, 62 anni, lo scorso 18 aprile, in condizioni di salute ormai irrimediabili, aveva provato a scagionare il figlio Vincenzo, 33 anni, tirandolo fuori dalla vicenda. Entrambi sono accusati di tentato omicidio insieme al trentenne Sorce che avrebbe sparato al loro indirizzo in replica al fuoco dei suoi avversari. Ieri, al termine della requisitoria, è stata chiesta la condanna dei tre imputati. Mongitore è morto lo scorso 3 novembre. Ieri, prima udienza utile, il difensore, l’avvocato Calogero Meli, ha prodotto il certificato che attesta il decesso. Il pubblico ministero Gloria Andreoli aveva le richieste di condanna pronte e, pur avanzando formale proposta di “proscioglimento per morte dell’imputato”, ha precisato che - se fosse vivo - avrebbe chiesto la pena di 10 anni di reclusione. Sei mesi in meno per il figlio e un anno in meno per il terzo imputato. Bocciata anche la sua ricostruzione “tendente a salvare il figlio da responsabilità ma del tutto inverosimile”. L’agguato al centro del processo è avvenuto il 16 settembre del 2015. I Mongitore sarebbero andati nell’abitazione di Sorce, in contrada Coda Volpe, a Canicattì, per ucciderlo a colpi di pistola. Lo stesso Sorce, gravemente ferito dai colpi ricevuti, replicò sparando ma senza ferire nessuno. Insieme a Sorce, si trovava il quarantaduenne Giovanni Milana che restò ferito all’addome come l’amico.

Giuseppe Mongitore sarebbe stato il principale “regista” dell’agguato. Per questo la pena proposta sarebbe stata leggermente superiore rispetto a quella relativa al figlio Vincenzo: 9 anni e 6 mesi è la proposta. Nove anni, infine, sono stati chiesti per Sorce. Dopo la requisitoria del pm, il collegio di giudici presieduto da Wilma Angela Mazzara (con a latere Giuseppe Miceli e Antonio Genna) ha dato la parola all’avvocato di parte civile Annalisa Lentini per la sua arringa nella quale si è associata alle proposte di condanna del pm chiedendo il risarcimento e ribadendo che “la versione dei fatti di Giuseppe Mongitore che tende a escludere la responsabilità del figlio non è verosimile”. Il 13 febbraio illustreranno le proprie conclusioni i difensori degli imputati, gli avvocati Calogero Meli e Angela Porcello, poi i giudici si ritireranno in camera di consiglio per emettere il verdetto. 

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