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Martedì, 23 Aprile 2024
Canicatti Canicattì

E' il miglior macellaio siciliano, prestigioso riconoscimento a Gianni Giardina

La premiazione è avvenuta al teatro Massimo Bellini di Catania. A consegnare il riconoscimento è stato lo chef Bonetta dell’Oglio

Una vita tra coltelli e mezzene, tra salsicce e costate. Parola d’ordine: saper frollare. Accanto a ciò tanto lavoro e la sua straordinaria capacità di contagiare tutti con l’entusiasmo che mette in ogni cosa. Sono stati questi i motivi che hanno consentito a Gianni Giardina di conquistare il prestigioso riconoscimento di “Best in Sicily 2019” quale miglior macellaio siciliano.

La premiazione è avvenuta domenica, al teatro Massimo Bellini di Catania. Un riconoscimento ben meritato consegnato nelle sue mani da Bonetta dell’Oglio, nota chef palermitana ambasciatrice della sua terra nel mondo. “E’ l’esempio del siciliano che vuole andare oltre – ha detto mentre gli consegnava il premio -, lavora molto sugli allevamenti autoctoni, sul benessere animale e poi la grinta di questo uomo è davvero sorprendente”.

A sx Paolo, a dx Gianni-2

La sua macelleria si trova a Canicattì, 35mila abitanti, in una conca naturale circondata da basse colline. Una volta entrati, si apre agli occhi del visitatore l’immagine di quella che oggi è il mondo della carne di alta qualità. A dare il benvenuto è Gianni Giardina sempre disponibile a raccontarvi di tagli e frollature, maneggiando con destrezza l’affilato coltello e smuovendo la testa senza mai per questo far cadere la classica coppola siciliana.  È un vero esperto Gianni, avendo ereditato l’arte di tagliare la carne dalla propria famiglia. Ma la sua è anche passione pura e dentro di sé la voglia di imparare è sempre accesa, due aspetti del suo carattere che lo portano a collaborare ed interfacciarsi con frequenza con altri macellai italiani. Nel bancone frigo di questa piccola bottega vi sono pure prodotti pronti, cotti e crudi, ideali per chi va di fretta e non vuole rinunciare alla bontà. Accanto a Gianni anche il cognato Paolo Farrugio, altro puro artigiano della carne.Sono dei grandi conoscitori del territorio e del mestiere nonché delle preparazioni da street food siculo come la “Robba cotta” composta dalle parti più povere del quinto quarto, la “Stigghiola”, ossia le interiora dell’agnello ed il “mussu”, il guanciale bollito di probabile origine araba.Una piccola realtà che merita una sosta.
 

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