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Canicattì, sequestrati beni per oltre 1 milione a Calogero Di Caro

L'operazione è stata condotta dal nucleo di polizia tributaria di Agrigento. Si tratta di quattro appartamenti e di un magazzino

La guardia di finanza di Agrigento ha sequestrato a Calogero Di Caro, presunto boss di Canicattì, beni per 1.300.000 euro.

Il sequestro è stato eseguito dal nucleo di polizia tributaria di Agrigento.

“Il provvedimento – scrive la finanza - è stato emesso nello scorso mese di luglio dal Tribunale di Agrigento - Sezione II Penale, a firma di Luisa Turco, su proposta avanzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della procura della Repubblica di Palermo, a seguito dell’esecuzione di indagini patrimoniali disposte dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo – II Sezione misure di Prevenzione, iniziate nel 2009 e concluse nel 2011”. 
A Calogero Di Caro sono stati sequestrati 5 immobili: quattro appartamenti ed un magazzino, del valore complessivo di 1.300.000 euro circa, tutti situati a Canicattì.
“Erano stati acquistati nel lontano 1985 dalla moglie di Di Caro – scrive la guardia di finanza - al prezzo dichiarato di 125 milioni di lire. L'analitica e precisa ricostruzione dei flussi finanziari operata a suo tempo dai militari del nucleo di polizia tributaria della città dei templi, ha consentito di collocare tale acquisto nell'ambito di un arco temporale che vedeva, da un lato, le condizioni di sproporzione tra il valore dei beni acquistati rispetto alla capacità reddituale del nucleo familiare del Di Caro, dall'altro la figura dello stesso Calogero Di Caro aumentare progressivamente di importanza in seno a cosa nostra agrigentina, tanto da diventarne – si legge ancora nel comunicato stampa dei finanzieri - reggente in ambito provinciale”.

Secondo le fiamme gialle “Calogero Di Cato è figura di primo piano in cosa nostra Agrigentina, avendo egli stabilito contatti dagli anni '80 con esponenti di spicco della consorteria mafiosa operante nell'ambito della provincia, nonché in ambito regionale, come è dato rilevare dalle due sentenze di condanna per il reato di cui all'articolo 416 bis, entrambe passate in giudicato e risalenti, rispettivamente, al 1997 ed al 2008”. 
“La fase cautelare del sequestro degli immobili è stata portata a termine dai militari del nucleo polizia tributaria della guardia di finanza di Agrigento che vi hanno apposto i sigilli. Le unità immobiliari confiscate sono state affidate – si conclude la nota delle fiamme gialle - ad un amministratore giudiziario già nominato dallo stesso Tribunale di Agrigento all'atto dell'emissione della misura cautelare. Il Tribunale ha fissato per il 5 ottobre l’udienza per la discussione della proposta di applicazione, nei confronti del Di Caro, della misura di prevenzione personale e della confisca dei beni oggetto dell’odierno sequestro”. 
 

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