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Canicatti Canicattì

Bancarotta di una azienda di abbigliamento, assoluzione e prescrizioni

Gli amministratori della società erano accusati di avere fatto sparire beni e documenti contabili di una società in vista del fallimento

Un’assoluzione e due sentenze di non doversi procedere: queste le decisioni dei giudici della prima sezione penale, presieduta da Luisa Turco, nei confronti di tre imputati accusati di bancarotta fraudolenta. Sono tre imprenditori che, nel corso del tempo, fra il 2008 e l’anno successivo, hanno ricoperto la carica di amministratori della Npl, società che a sua volta amministrava la Ragazzacci Srl, ditta che operava nel campo dell’abbigliamento per ragazzi a Canicattì. Si tratta di Camillo Capobianco, 66 anni; Giuseppe Pizzutillo, 61 anni, e Antonio Ciraci, 51 anni. Per quest’ultimo (nei cui confronti il pm Gloria Andreoli aveva chiesto la condanna a 3 anni e 8 mesi di reclusione) i giudici hanno deciso l’assoluzione. Sentenza di “non doversi procedere per avvenuta prescrizione”, come chiesto dallo stesso pm, per gli altri due imputati. Per loro il reato è stato riqualificato in bancarotta.

Fra le contestazioni ipotizzate nei confronti dei tre imputati quella di avere fatto sparire un assegno circolare di poco meno di 12 mila euro e una serie di beni mobili: capi di abbigliamento, arredi, registratore di cassa, televisore, computer, pompe di calore e un sistema di allarme per un valore complessivo di oltre 95 mila euro.

I libri societari, inoltre sarebbero stati distrutti e occultati in prossimità del fallimento dichiarato nel 2009. 

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